Toti, inchiesta corruzione in Liguria: chiesto il patteggiamento
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Inchiesta corruzione in Liguria, arriva una svolta clamorosa: l’accordo di Toti con la procura

Giovanni Toti

Giovanni Toti ha raggiunto un accordo con la Procura di Genova per il patteggiamento in merito all’inchiesta per corruzione elettorale. Ecco i dettagli.

Una svolta significativa ha caratterizzato l’inchiesta per corruzione elettorale che ha travolto la Regione Liguria. Giovanni Toti, ex governatore della Liguria, ha raggiunto un accordo con la Procura di Genova per patteggiare una pena di due anni e un mese. Questo accordo include anche una confisca di oltre 84 mila euro e 1500 ore di lavori di pubblica utilità. Ora, l’ultima parola spetta al Gip, ma la conclusione sembra ormai scontata.

Giovanni Toti
Leggi anche
Trinità dei Monti: parte la disputa tra Roma e Parigi sulla famosa scalinata

Inchiesta corruzione in Liguria: accordo tra Toti e la procura

Come riportato da Ansa, l’ex governatore Giovanni Toti, attraverso il suo avvocato ha accettato di patteggiare una pena di due anni e un mese, accompagnata da una confisca di 84 mila euro e 1500 ore di lavori socialmente utili. L’accordo con la Procura di Genova ha portato alla caduta delle accuse di corruzione, riconoscendo che Toti non ha personalmente beneficiato delle somme raccolte dal suo comitato politico.

Gli atti della Pubblica Amministrazione sono stati giudicati legittimi e i contributi politici sono stati considerati validi. Anche l’ex presidente del porto di Genova, Paolo Signorini, ha optato per il patteggiamento.

Le dichiarazioni di Toti

Il futuro dell’altro grande imputato, l’imprenditore Aldo Spinelli, resta incerto, dato che non è chiaro quale sia la sua posizione riguardo al patteggiamento. Toti, arrestato il 7 maggio e rimesso in libertà a inizio agosto, ha espresso un mix di amarezza e sollievo. “Come tutte le transazioni – il commento di Toti – suscitano sentimenti opposti: da un lato l’amarezza di non perseguire fino in fondo le nostre ragioni di innocenza, dall’altro il sollievo di vederne riconoscere una buona parte. Resta quel reato “di contesto” definito corruzione impropria, legato non ad atti ma ad atteggiamenti, una accusa diffide da provare per la sua evanescenza, ma altrettanto difficile da smontare per le stesse ragioni. 

Come riporta anche Telenord, ecco cosa ha aggiunto l’ex governatore: “Detto ciò, di fronte a questo finale, credo appaia chiaro a tutti la reale proporzione dei fatti avvenuti e della loro conclusione, che pone fine alla tormentata vicenda che ha pagato una istituzione oltre alle persone coinvolte e che lascia alla politica il dovere di fare chiarezza sulle troppe norme ambigue di questo paese che regolano aspetti che dovrebbero essere appannaggio della sfera politica e non giudiziaria”.

Le prossime elezioni

L’accordo di patteggiamento segna una conclusione per una vicenda che ha avuto un impatto significativo sia su Toti che sull’istituzione regionale. Con le elezioni regionali previste per il 27 e 28 ottobre, con Andrea Orlando per il centrosinistra e Marco Bucci per il centrodestra, la politica ligure dovrà affrontare le conseguenze di questa vicenda.

Toti ha sottolineato la necessità di chiarire le norme ambigue che regolano la sfera politica e giudiziaria, auspicando una riforma per evitare future controversie simili.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 13 Settembre 2024 14:18

Trinità dei Monti: parte la disputa tra Roma e Parigi sulla famosa scalinata

nl pixel